Tocchi di mano?
“Ma non è questa la definizione presente nel Regolamento!”.

Vero. Il regolamento affronta la questione alla voce “fallo di mano” (pagina 91, Regola 12), comprendendo nella successiva elencazione schematica sia i contatti punibili che le eccezioni alla regola generale.
Ebbene, è un errore. E’ un errore non del traduttore italiano ma del legislatore che, in lingua inglese, ha compreso nello stesso calderone tocchi e falli.

Perché ritengo necessaria questa distinzione?
Per evitare confusione.
Un fallo di mano è, per sua stessa definizione, un tocco già qualificato come irregolare e che, come tale, porta alla sanzione tecnica per “fallo”.
Al contrario un tocco di mano (o braccio) non punibile non diventerà mai un fallo ma rimarrà, semplicemente, un tocco.

Parliamoci chiaro: la confusione colossale su questa parte del regolamento (ormai diventata la pietra angolare di qualsiasi dibattito sportivo in materia arbitrale) è stata generata da pseudogiornalisti e pseudoesperti che hanno aperto il regolamento per l’ultima volta ai tempi del gol di Turone (e forse manco allora...).
Nei mesi precedenti abbiamo sentito di tutto: dal rigore automatico in caso di contatto col braccio (e senza eccezioni) fino alle più bizzarre definizioni delle fantomatiche “nuove regole”.

In realtà non esiste alcuna nuova regola.
Semplicemente la regola in materia di tocchi/falli di mano è stata riscritta dall’IFAB nel tentativo di rendere più oggettiva la soluzione delle problematiche in materia.
L’IFAB ha totalmente fallito per due ordini di motivi:
- la nuova versione è un pasticcio lessicale tra eccezioni, spaziature poste a caso, definizioni eccessivamente generiche (che vuol dire naturale od innaturale?);
- rendere oggettivo un tocco/fallo di mano è sbagliato in partenza.

Soffermiamoci sul secondo punto.
Un arbitro, un qualsiasi arbitro con qualche anno di esperienza, è ben consapevole che ogni contatto tra pallone e braccio/mano è diverso dall’altro. Non esistono fattispecie totalmente identiche, ce ne può essere qualcuna simile ma mai in fotocopia.
Come si può pensare, perciò, di rendere più oggettivo ciò che sfugge ad ogni classificazione per l’enorme numero di situazioni ipotizzabili?
Non si può, è impossibile ma, soprattutto, inutile: sui tocchi/falli di mano influiscono numerosissime variabili che non possono essere inquadrate da una schematizzazione di una paginetta scarsa.

Se un domani, colto da un raptus di follia, decidessi di scrivere un libro con le immagini di tutte le ipotetiche fattispecie di tocco/fallo di mano, quel libro sarebbe comporto da almeno cinquemila pagine.
E ne mancherebbero duemila.
Se, un anno dopo, decidessi di aggiornare quel libro, potrei arrivare a diecimila pagine.
E continuerebbero a mancarne duemila, perché sono infinite le ipotesi possibili.

Detto ciò, che cosa è veramente cambiato?

La volontarietà.
E’ vero, è stata eliminata dai presupposti essenziali di punibilità ed è rimasta semplicemente una fattispecie a sé stante (esempio: il rigore per fallo di mano di Callejon sabato a Roma). In realtà la volontarietà era stata, di fatto, eliminata da parecchi anni, sostituita da una sorta di colposità per movimento delle braccia, aumento del volume corporeo ecc., spesso posture non volontarie ma determinate da scarsa attenzione dei difendenti.
La punibilità, in realtà, è rimasta identica: si puniscono le braccia larghe, si punisce un braccio allungato a terra in modo innaturale ecc.
L’unica novità è una linea interpretativa nuova: si punisce col calcio di rigore un tocco avvenuto sopra l’altezza della spalla. E non è una grande novità: semplicemente è stato inserito nel regolamento un parametro che era scontato, a meno che non mi ricordiate di un tocco di braccio di questo genere non punito nel passato…

In sintesi: non è cambiato NIENTE per quanto concerne la fase difensiva.

L’unica, vera, reale novità riguarda la fase offensiva.
Da quest’anno, infatti, qualsiasi rete realizzata con un tocco di mano/braccio o propiziata nei medesimi termini verrà punito, a prescindere dalla reale punibilità.
Il motivo per cui si è deciso di introdurre questa novità è da ascrivere al fatto che, come ha specificato l’IFAB stessa, una rete realizzata con queste modalità non è “accettata” da tesserati, spettatori e dirigenti.

E’ una lettura che ci sta ma, se ci pensate bene, contraria completamente alla filosofia del gioco: per quale motivo un tocco identico di mano deve (non può: deve) essere giudicato diversamente a seconda che venga commesso dalla difesa o dall’attacco?
Non ha oggettivamente senso ma questo è il regolamento e deve essere applicato secondo la lettera, non secondo logica od interpretazione personale.

Credo che siamo di fronte ad un fenomeno nuovissimo: una regola viene solo modificata nella forma lessicale ma l’interpretazione è quella di una regola rivoluzionata.
Il tutto dovuto ad una criticità evidente: nessuno svolge il suo lavoro. Chi dovrebbe informare non sa quasi nulla dell’argomento, chi deve essere informato viene intasato di nozioni completamente inventate che, ovviamente, portano ad un cortocircuito tra l’ascoltato e ciò che viene visto, generando infinite discussione basate, sostanzialmente, sul nulla.

Perché, poi, è un attimo paragonare gli episodi De Ligt e Callejon.
E’ come chiedere all’interlocutore quale sia la differenza tra una mela ed una fragola. Non c’entrano nulla l’un con l’altro, in comune c’è che si tratta di due frutti.
Esattamente come gli episodi citati: l’unico tratto comune è che in entrambi i casi il pallone ha toccato una mano.
Porli a confronto creando un parallelismo è sintomo di…
A voi la scelta della parola più adeguata.

Luca Marelli

Comasco, avvocato ed arbitro in Serie A e B fino al 2009, accanto alla professione si occupa di portare qualche spunto di riflessione partendo dal regolamento, unica via per comprendere ed interpretare correttamente quanto avviene sul terreno di gioco. Il blog (www.lucamarelli.it) è nato come un passatempo e sta diventando un punto di riferimento per addetti ai lavori ed appassionati.

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