In queste drammatiche settimane abbiamo letto ed ascoltato decine di ipotesi sui campionati professionistici e dilettantistici: dai playoff alla conclusione della stagione in piena estate, da minicampionati fino all’estrema eventualità dell’annullamento di ogni competizione, iniziando direttamente le prossime.
La conseguenza dell’ultima alternativa sarebbe, ovviamente, la non assegnazione dei titoli 2019/2020.

Fantasia?
Può essere: come sempre accade nei periodi in cui il “giochino” è fermo, le alternative si sovrappongono alle fantasie.
Stiamo vivendo un atipico calciomercato, durante il quale alle fantomatiche trattative (per il 90% completamente inventate per far ascolti o per vendere una copia in più con titoli sparati a nove colonne) si è sostituito il totoripresa.

In mezzo a tutte queste voci, una certezza l’abbiamo: non sappiamo e non possiamo sapere nulla.
Per quanto dolorosa, angosciante, spesso noiosa, stiamo vivendo una stagione che diverrà parte della storia, non dell’Italia ma dell’intera umanità. 
Abbiamo studiato l’epidemia di influenza spagnola sui libri di testo, semplicemente prendendo atto del fatto che milioni di persone morirono per un virus.
Oggi, fortunatamente, le vittime sono molte meno in proporzione ma rimangono un tributo insopportabile sacrificato ad un nemico invisibile, subdolo, difficilmente arginabile.

Si è parlato di tutto (campionati, Euro2020, Olimpiadi, major di tennis e golf, automobilismo, basket, ogni sport) ma non una parola sul futuro della nostra categoria.
Questo perché non ci saranno criticità per il nostro mondo?

In realtà è esattamente il contrario perché questo slittamento della stagione provocherà non poche conseguenze.

Partiamo dalla parte più semplice, legata alla stagione regolare.
Da circa una settimana sappiamo che il Campionato Europeo è stato ufficialmente rinviato alla prossima estate.
Gli arbitri rimarranno gli stessi?
Difficile affermarlo perché la selezione definitiva non era stata ancora ufficializzata (dato che mancava la parte più importante della stagione, con gli spareggi di accesso all’Europeo e la fase finale delle Coppe Europee).
Detto ciò, sapevamo in linea di massima i nomi degli arbitri che avrebbero preso parte alla competizione, gli ultimi dubbi riguardavano giovani in rampa di lancio che nutrivano speranze di convocazione.

Prendiamo il caso di Bjorn Kuipers.
Tra due giorni (il 28 marzo) compirà 47 anni e sarebbe stato sicuramente tra i protagonisti della rassegna continentale assieme al connazionale Makkelie (al momento della sospensione forse il più accreditato per poter essere scelto come arbitro della finale di Europa League).
Lo spostamento di un anno della competizione creerà non pochi imbarazzi: confermarlo ancora per poterlo schierare a 48 anni compiuti?
Difficile se non impossibile immaginare uno scenario del genere, molto più probabile che l’olandese venga sostituito da un elemento più giovane, soprattutto in considerazione che l’anno dopo ci saranno i Mondiali in Qatar.

Ma quel che più ci interessa è l’ambito italiano.
Nessun problema per Daniele Orsato: compirà 45 anni il prossimo 23 novembre, verrà confermato internazionale, sempre che il presidente dell’AIA non voglia tirarsi la classica badilata in un luogo ove non batte il sole.
Arriverà all’Europeo con una deroga che, in ogni caso, gli spetta da regolamento (essendo un direttore di gara della categoria Elite): esattamente come quella di cui ha usufruito Rocchi che, secondo le norme generali, avrebbe dovuto essere dismesso il 30 giugno 2019.
Più complessa la situazione di Lorenzo Manganelli, uno degli assistenti di Orsato.
È nato il 22 dicembre 1974, per le strane regole dell’AIA inizierà la prossima stagione già 46enne, sarà già alla seconda deroga (ciò che, per esempio, non ha ottenuto Rocchi) e dovrebbe disputare l’Europeo dopo aver ottenuto una terza deroga: sarebbe abbastanza paradossale vederlo impegnato nelle fasi finali dell’Europeo dopo essere stato dismesso dall’AIA per raggiunti limiti d’età e permanenza.
Difficile, perciò, che possa essere presente.
Per quanto mi riguarda mi auguro che possa essere trovato un escamotage per consentirgli di chiudere una carriera straordinaria con almeno una grande competizione per nazionali. Per quanto sia stato protagonista di un percorso incredibile, è sempre stato “chiuso” da una concorrenza interna di primissimo livello: Faverani e Stefani (probabilmente la miglior “coppia” di sempre) ai Mondiali in Brasile 2016, Di Liberatore e Tonolini agli Europei 2016 ed ai Mondiali in Russia 2018. Se dovesse saltare anche questo appuntamento, sarebbe una beffa atroce che oggettivamente renderebbe amara una carriera da invidiare.
Certo, quest’ipotesi aprirebbe le porte dell’Europeo a Meli o Carbone (più il secondo per vari motivi) ma spero che questa soddisfazione spetti al toscano.
Per gli altri ci saranno altre occasioni anche se, per completezza di informazione, questa potrebbe essere rinviata al 2024 dato che, per i Mondiali di Qatar 2022, le possibilità di una terna italiana sono ridotte al lumicino, a meno che non ci si “inventi” Orsato in doppia deroga. Ipotesi, quest’ultima, che non mi sento di escludere e che anzi sosterrei con forza per due motivi:
- impensabile un mondiale senza arbitri italiani;
- Orsato merita un Mondiale da protagonista (e non solo da VAR come in Russia).

Altro capitolo spinoso il fronte interno.
Come ben sappiamo la stagione degli arbitri si conclude ufficialmente il 30 giugno.
Il primo atto ufficiale della nuova stagione è la composizione degli organi tecnici nazionali, solitamente ufficializzato con una conferenza stampa nei primissimi giorni di luglio.

Ebbene, quest’anno che succederà?
Nessuno di noi è un medico e, soprattutto, nessuno conosce il futuro.
A maggior ragione, come accennato all’inizio, è impossibile prevedere l’evoluzione della crisi sanitaria mondiale che stiamo vivendo.
Possiamo ipotizzare a grandi linee quel che accadrà: possiamo dire che piangeremo (purtroppo) ancora molte perdite, che difficilmente torneremo alla vita normale per molti mesi, che le competizioni sportive inizieranno tutte a porte chiuse, che sarà impossibile anche solo ipotizzare la fine della stagione al 30 giugno.

Che fare, dunque, per i quadri di fine stagione?
È un problema non da poco perché, sostanzialmente, esistono i medesimi problemi delle classifiche congelate dei campionati.
Proviamo ad elencare qualche criticità:
- chi promuovere? Difficile che possa ipotizzarsi la promozione di chi si trovava al vertice delle graduatorie al momento dell’interruzione. Non tanto perché non lo meritassero ma per tutela di chi si trovava nelle posizioni immediatamente successive.
Considerando che le promozioni si “giocano” sulla base di pochi centesimi, è accettabile che non possa giocarsi le sue chance un elemento (magari all’ultimo anno) che, al momento dell’interruzione, si trovava ad un centesimo di distacco dall’ultimo posto utile per essere promosso?
- chi dismettere? Vale lo stesso discorso dei promossi con una piccola differenza: alcuni avrebbero dovuto comunque smettere e, al momento dell’interruzione, si trovavano molto lontani dalle posizioni di vertice.
Naturalmente è un discorso che vale dalla Serie B in giù.
Per rimanere in Serie A, per esempio, Rocchi è tra i primi tre in graduatoria ma concluderà la sua carriera in ogni caso. Stesso discorso per Giacomelli (si trova lontano dalle ultime posizioni).
Leggermente diversa la questione Calvarese: non era esclusa una discussione sulla sua proroga oltre i limiti di permanenza, stante l’eccellente rendimento offerto nelle ultime stagioni.
Tornando alla questione: sarebbe equo dismettere un arbitro per un centesimo con ancora una dozzina di giornate di campionato?
Ovviamente non sarebbe equo ma, soprattutto, sarebbe inaccettabile.
Pensate alla mia esperienza.
Se nel 2000 ci fosse stata una pandemia come quella attuale con sospensione dei campionati a marzo, non sarei mai arrivato nemmeno in CAN D.
In quella stagione, infatti, recuperai tante posizioni nella fase finale del campionato: a marzo, al contrario, ero ampiamente nel gruppo di coloro che sarebbero stati dismessi dal ruolo Scambi.

Naturalmente la questione non si porrebbe nel caso in cui i campionati dovessero riprendere e concludersi, foss’anche ad agosto: tutte le decisioni tecniche verrebbero posposte di un paio di mesi.
Si creerebbe una certa confusione nella programmazione della nuova stagione (si pensi, in primo luogo, ai raduni estivi) ma sono tutte questioni sulle quali ci sarà tempo di riflettere: in un periodo di straordinaria emergenza come questa sarebbe ridicola ogni polemica ed ogni recriminazione, soprattutto in un momento nel quale ancora non si conosce nulla di quel che accadrà la prossima settimana.

Ultima questione: le elezioni del Presidente Nazionale.
Ad oggi non risultano ancora fissate.
Facile prevedere che, come nell’ultima occasione (2016), Nicchi indica l’Assemblea Elettiva ai primi di agosto, con le sezioni chiuse e l’attività ferma, per impedire ai possibili candidati di svolgere una campagna elettorale decente.
Mossa politica tanto scorretta quanto prevedibile ma con una precisazione: è legittima.
Eticamente sarebbe imbarazzante: mi auguro che, almeno in questa occasione, la presidenza dell’AIA sappia comportarsi nel solco dell’attività arbitrale, indirizzata alla rettitudine morale.
Per ora, con una nota della Federazione, sono state confermate le date per l’elezione dei Presidenti di Sezione e dei delegati delle stesse entro il 30 giugno: vedremo se potranno essere confermate, anche queste dipendono dall’evoluzione dell’emergenza.
Nel caso in cui non si potesse procedere alle elezioni sezionali, giocoforza tutto dovrà essere posposto alla fine dell’estate.
In questa evenienza le elezioni nelle singole sezioni si terranno entro il 30 settembre con Assemblea Elettiva rinviata a dicembre 2020.
Considerando che tale Assemblea deve essere convocata (dal Presidente uscente) almeno 30 giorni prima (come da Regolamento), perlomeno avremmo una campagna elettorale seria e non vanificata dalle vacanze estive.

Luca Marelli

Comasco, avvocato ed arbitro in Serie A e B fino al 2009, accanto alla professione si occupa di portare qualche spunto di riflessione partendo dal regolamento, unica via per comprendere ed interpretare correttamente quanto avviene sul terreno di gioco. Il blog (www.lucamarelli.it) è nato come un passatempo e sta diventando un punto di riferimento per addetti ai lavori ed appassionati.

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