Il prossimo 23 luglio l’AIA torna alle origini.
L’anno nefasto che abbiamo vissuto a causa della pandemia non ha portato via solo decine di migliaia di vite ma anche alcuni appuntamenti fissi.
Dopo un anno di stop, per esempio, gli arbitri si ritroveranno in raduno come tradizione per un primo step di avvicinamento alla Coppa Italia (14 agosto) ed alla prima giornata di campionato (21/22 agosto).
Non ci saranno rivoluzioni, per un motivo banale: non ce n’è bisogno.
Il regolamento è rimasto identico, la tecnologia comincia ad essere compresa (anche se rimangono ampie platee di persone che hanno capito poco o nulla del VAR), la comunicazione sarà un punto basilare su cui fondare l’inizio della stagione.

La Commissione CAN
Come ormai noto, il nuovo Presidente dell’AIA Trentalange ha deciso, assieme al Comitato Nazionale, di sostituire Rizzoli ed i suoi vice.
Scelta legittima, ci mancherebbe: le commissioni ricevono l’incarico per una stagione sportiva (1 luglio/30 giugno dell’anno successivo), al termine della quale i dirigenti decidono se cambiare uno o tutti i componenti di un determinato gruppo di lavoro.
Per la prossima stagione, pertanto, la Commissione CAN sarà formata da Gianluca Rocchi e dai vice Elenito Di Liberatore, Andrea Gervasoni, Lorenzo Manganelli.

Gianluca Rocchi.
Inutile dilungarsi sulla carriera del fiorentino, soprattutto perché non è detto che ad una carriera fenomenale corrisponda un’eguale capacità dirigenziale. Gli esempio, anche nel recente passato (e non mi riferisco a Rizzoli, sia chiaro), si sprecano.
Come ben sapete, mi sono espresso contro la sostituzione di Rizzoli non tanto perché abbia qualche riserva su Rocchi ma, semplicemente, perché ritengo che sarebbe stato corretto concedere un altro anno per completare il lavoro soprattutto sui giovani che si stanno affacciando alla massima categoria. Un lavoro, quest’ultimo, svolto egregiamente, seppur in mezzo a parecchie difficoltà (impossibilità di raduni in presenza, polemiche infinite per alcune gare mal dirette, confusione nell’ultimo mese e mezzo sull’utilizzo del VAR).
Se proprio si doveva cambiare, in ogni caso, l’unico nome credibile era rappresentato proprio da Rocchi.
Nella scorsa stagione, la prima da “ex” arbitro, Rocchi è stato ingaggiato dalla FIGC per un compito a cui Gravina teneva moltissimo ed a cui credeva ancor di più, se possibile: una figura di raccordo tra le società di Serie A e B ed il mondo arbitrale.
Nel corso della scorsa annata, infatti, ha visitato i centri sportivi di tutta Italia per confrontarsi con giocatori, dirigenti, allenatori, staff, chiarendo tutti i dubbi sollevati dai tesserati delle società.
Purtroppo non è stato possibile assistere a questi incontri ma già il fatto che Gravina abbia ceduto a malincuore Rocchi all’Associazione dice molto della bontà del lavoro svolto.
Adesso lo attende la sfida più difficile: innovare all’interno di un mondo ancora troppo fossilizzato su schemi vetusti, conseguenza di dodici anni di presidenza Nicchi che hanno portato ad alcuni risultati positivi (inutile negarlo) ma anche ad un immobilismo comunicativo che ha fortemente penalizzato l’AIA.

Andrea Gervasoni
Ex responsabile della CAN D (che ha lasciato ufficialmente il 10 luglio scorso per approdare alla CAN), ha visto premiato il suo eccellente lavoro con una promozione meritatissima. La dimostrazione di questo assunto è che Trentalange ha deciso di promuoverlo come componente della CAN nonostante sia stato nominato capo della CAN D dal predecessore Nicchi.
Se guardiamo ai nuovi organigrammi, Gervasoni è uno dei pochissimi (assieme a Trefoloni al Settore Tecnico) che non sia stato escluso da qualsiasi ruolo.

Elenito di Liberatore
Stesso discorso di Gervasoni: promosso dalla CAN C alla CAN.
Ex assistente di valore eccezionale (sicuramente uno dei migliori cinque degli ultimi dieci anni), si occuperà dei colleghi della CAN. Se riuscirà a trasmettere metà delle qualità che ha dimostrato in campo, la levatura già elevatissima degli assistenti italiani sarà garantita.

Lorenzo Manganelli
La posizione dell’ex assistente internazionale (presente in campo a Lisbona assieme ad Orsato nella finale di Champions League del 2020, sua ultima gara) è molto particolare.
Nell’ultimo anno non ha avuto alcun incarico ma ha intrapreso una battaglia legale con l’AIA ritenendo illegittima la sua dismissione dai quadri nazionali ed internazionali.
Pochi giorni prima della formazione dei nuovi organi tecnici, ha rinunciato alla sua azione legale ed è entrato a far parte della CAN.
Non sarà per nulla facile reinserirsi nel gruppo: molti, nel gruppo CAN, sono rimasti scottati dall’azione intrapresa fin dallo scorso autunno e sarà compito complesso calarsi tra molti associati che, di fatto, avevano preso le distanze.
Mossa rischiosa inserirlo alla CAN, sarà un’impresa ricostruire una credibilità minata dal (legittimo) tentativo di difendere i propri diritti.

Prime designazioni
Non credo che ci saranno grandi novità.
Per le prime partite di Coppa Italia, se il calendario lo permetterà, vedremo subito in campo i neo immessi e qualche giovane in rampa di lancio.
Designazioni che saranno poco indicative in genere ma che quest’anno potrebbero assumere un significato ben diverso: considerando che i diritti della Coppa Italia sono stati acquisiti da Mediaset, è probabile che la copertura sarà molto maggiore rispetto al recente passato, per valorizzare un prodotto nuovo per il gruppo.
Subito dopo comincerà il campionato, con gli anticipi del 21 agosto e la giornata che si completerà il 22.
Nelle prime due giornate (che saranno seguite subito dalla prima pausa per le Nazionali, impegnate nei turni di qualificazione ai Mondiali del Qatar) è molto probabile che vedremo all’opera pochissimi internazionali (forse ne scenderà in campo uno in Roma-Fiorentina alla prima giornata) e tantissimi giovani.
Punto di domanda su Pasqua e La Penna. Come ben sappiamo, entrambi sono coinvolti in una vicenda non propriamente edificante nota come “Rimborsopoli”. Non sappiamo ancora nulla in merito (nel senso che ci vorrà parecchio tempo per arrivare ad una decisione definitiva ed all’esaurimento di tutti i gradi di giudizio), di certo c’è che non sono stati convocati per il raduno del 23 luglio (a cui parteciperanno solo nel caso in cui dovessero essere prosciolti da ogni accusa fin dal primo grado di giudizio).
Inutile lanciarsi in previsioni: sarebbe come tirare una monetina.
Sulla vicenda c’è strettissimo riserbo, come è normale che sia (e come dovrebbe essere sempre): lasciamo che la giustizia segua il suo corso naturale e, alla fine dei gradi di giudizio, tireremo le conclusioni.

Sala VAR centralizzata
E’ certamente la grande novità della stagione.
Progetto iniziato da Nicchi ormai due anni fa, si sono presentati enormi problematiche relative al cablaggio della zona che hanno costretto ad abbandonare Coverciano per ripiegare su Lissone, all’interno del complesso El Tower, in provincia di Monza e Brianza. Si partirà, con ogni probabilità, con la Coppa Italia il 14 agosto che, di fatto, sarà una sorta di prova generale per il primo turno di campionato di Serie A e Serie B (dato che anche la cadetteria, da questa stagione, sarà coperta dalla tecnologia).
Un ulteriore sforzo organizzativo che porta ad una riflessione: a mio parere la commissione CAN, composta dal designatore Rocchi e dai tre componenti, è ampiamente sottodimensionata.
Non dobbiamo, infatti, considerare il lavoro limitato alle designazioni (se questo fosse l’unico impegno, allora basterebbe una sola persona).
In realtà il lavoro è immenso: designazioni, logistica (dovranno essere spostate decine di persone ogni settimana, spesso anche durante i giorni festivi per Coppa Italia e turni infrasettimanali), analisi di ogni singola partita estesa a sei soggetti (arbitro, assistenti, quarto ufficiale, VAR ed AVAR), coordinamento della sala VAR, presenza in loco di almeno un organo tecnico per il weekend, studio degli episodi principali. Insomma, un gigantesco carico di responsabilità che necessiterebbe di almeno tre elementi in più rispetto a quelli nominati.
Oltre a ciò (ma questa è una mia fissazione da anni) sarebbe necessario una figura di raccordo tra CAN e mass media, una sorta di addetto stampa che possa veicolare informazioni tra commissione ed esterno, in modo da evitare continue ricerche di notizie che creano spesso malumori e perdite di tempo infinite.
Punto nodale della questione relativa alla centrale unica è l’utilizzo delle risorse umane. Al momento i VAR PRO sono rimasti solo quattro, difficile che l’organico possa essere allargato in questa stagione (anche se lo spazio operativo ci sarebbe).
Considerando che, dalla prossima stagione, le gare oggetto di VAR saranno 20 (10 di A e 10 di B), diventa quantomeno difficoltoso pensare che possano essere spostati a Lissone 20 arbitri e 20 assistenti per ogni turno di campionato. Per limitarci agli arbitri, per esempio, il calcolo è facile:
- 20 arbitri in campo per Serie A e B;
- 20 VAR
- 10 quarti ufficiali per la Serie A (impossibile pensare che arbitri di Serie C possano essere designati nella massima categoria).
In linea teorica, con 51 arbitri a disposizione, la copertura c’è. Ma è anche vero che, perlomeno per qualche mese ed in assenza di La Penna e Pasqua, l’organico effettivo sarà di 49 unità, ciò che porterebbe ad avere una gara di A scoperta. Il tutto si complicherebbe nel momento in cui alcuni arbitri saranno assenti per i raduni FIFA in vista dei mondiali di Qatar 2022, dato che la preparazione all’evento entrerà nel vivo.
Molto probabile, pertanto, che alcuni VAR ed AVAR si fermeranno a Lissone per tutto il weekend e verranno impegnati in due gare, una al sabato ed una alla domenica: ciò, peraltro, consentirebbe anche un sostanzioso risparmio sulle spese di trasferta (un conto è spostare 30 persone, un altro 40).
Inciso tecnico: a Lissone le postazioni VAR saranno 12. Teoricamente quelle occupate saranno al massimo 9 (il sabato pomeriggio, con 8 partite di B e l’anticipo di A delle 15), le altre saranno a disposizione in caso di malfunzionamento di una postazione.

L’utilizzo del VAR
Certamente il tema più sentito, soprattutto alla luce dell’ultimo mese e mezzo dello scorso campionato, caratterizzato da una grande confusione.
Sarà uno dei primi ambiti nei quali Rocchi dovrà incidere profondamente, soprattutto per fornire linee guida precise.
Ovviamente la sala VAR unica faciliterà e non poco uno dei temi più complessi: la coerenza di intervento.
La possibilità di trovarsi tutti nel medesimo luogo consentirà un confronto immediato tra arbitri, VAR PRO ed organi tecnici.
Non è certo un caso che sia in Russia (Mondiali del 2018) che nei recenti Europei non abbiamo assistito ad utilizzi del VAR estemporanei: c’è stata una linea che è stata mantenuta da Italia-Turchia ad Italia-Inghilterra, sebbene con qualche fisiologico errore (peraltro ammesso dallo stesso Rosetti, a cui vanno i doverosi complimenti per l’ottima gestione del gruppo arbitrale).
Cosa dobbiamo attenderci alla voce “review”?
E’ molto probabile che gli interventi del VAR saranno in linea con l’Europeo appena concluso: episodi oggettivi (fuorigioco, posizione del pallone e dei contatti) e rarissime review per episodi eclatanti, cioè su fattispecie che non ammettono alcuna discussione.
Ovviamente le polemiche ci saranno sempre (anche se, in cuor mio, continuo a sperare di non dover più ascoltare sciocchezze del tipo “poteva dare un’occhiata”, espressione che possiamo tradurre con “chi lo dice non ha capito niente del VAR dopo quattro anni”) ma è fondamentale che ci sia una linea netta tracciata fin dalle primissime giornate e seguita con coerenza fino alla fine, evitando i cambi in corsa.
In sintesi: il calcio deve rimanere un gioco arbitrato in campo e non dai monitor, si deve riuscire a far comprendere che tutto ciò che è interpretativo rimarrà nel giudizio soggettivo ed insindacabile dell’arbitro centrale.

Che è poi il fine della tecnologia, dall’inizio.

Ultima nota: i neo immessi
Questa è potenzialmente un’annata straordinaria.
Marcenaro è un potenziale crack della categoria, gli altri quattro (Zufferli, Colombo, Miele e Cosso) sono eccellenti arbitri e con margini di miglioramento enormi.
Sarei veramente stupito di non vederli, nel giro di due anni, stabilmente nella massima categoria. E, per almeno due di loro, un futuro internazionale è facilmente pronosticabile.
Non so come verranno utilizzati ma di certo so quale sia la mia speranza: vederli esordire in Serie A prestissimo, magari già ad inizio dicembre.
In bocca al lupo.

Luca Marelli

Comasco, avvocato ed arbitro in Serie A e B fino al 2009, accanto alla professione si occupa di portare qualche spunto di riflessione partendo dal regolamento, unica via per comprendere ed interpretare correttamente quanto avviene sul terreno di gioco. Il blog prima, e il canale Youtube in seguito, nati come un passatempo, sono diventati un punto di riferimento per addetti ai lavori ed appassionati.

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