La variabilità del VAR: casi emblematici

Milan Cagliari, Genoa Napoli e Atalanta Bologna hanno fornito materiale interessante per analizzare casistiche anche attraverso l'applicabilità o meno del protocollo VAR.

Premetto che, a mio parere, il VAR è oltre ogni ragionevole dubbio uno "strumento" difficile da applicare, che inequivocabilmente porta ad interventi o mancati interventi che restano nella sfera della soggettività.
E premetto anche che, a mio parere, il VAR è oltre ogni ragionevole dubbio uno "strumento" utile, che migliora la prestazione arbitrale e che rende più equa ogni competizione dove è applicato.

La seconda giornata di campionato di Serie A ha evidenziato alcune criticità, tra mancati interventi, interventi probabilmente non dovuti che hanno probabilmente corretto errori, e casistiche in cui il VAR non può intervenire ma in cui forse sarebbe meglio potesse intervenire. Ma vediamo nel dettaglio quanto accaduto e l’analisi arbitrale.

29/08/2021 MILAN CAGLIARI -  12' minuto

I fatti:
calcio di punizione per il Milan al limite dell’area di rigore avversaria, a circa tre metri dallo spigolo sinistro della stessa. Sandro Tonali calcia in porta e segna. Al momento della battuta tre attaccanti si trovano molto vicini alla barriera e, in particolare, Alexis Saelemaekers è quasi a contatto con la stessa. Tale situazione configura una irregolarità per la quale la rete non avrebbe dovuto essere convalidata e si sarebbe dovuto riprendere con un calcio di punizione indiretto per il Cagliari nel punto in cui si trovava Saelemaekers. VAR non interviene, perché non poteva intervenire.

L’analisi:
Vediamo nel dettaglio cosa è successo, anche alla luce del fatto che è stato sottolineato che il pallone al momento della battuta si trovava alcuni centimetri a lato del segno con lo spray fatto dall’arbitro e che i componenti della barriera, al momento della battuta, sono avanzati di alcuni centimetri rispetto alla linea fatta con lo spray dall’arbitro.
Al momento del fischio dell'arbitro, che sancisce ciò che "va bene" per l'arbitro qualsiasi situazione anomala è evidentemente tollerata, poiché l'arbitro è tenuto a fischiare quando tutto è pronto, ovvero quando il pallone è nella posizione corretta, la barriera e altri avversari sono alla distanza giusta, la distanza tra barriera e attaccanti è di almeno un metro.

Regola 13, pag. 110:
“Laddove tre o più calciatori della squadra difendente formino una “barriera”, tutti i calciatori della squadra attaccante devono rimanere ad almeno un metro dalla “barriera” fino a che il pallone non sia in gioco”

Nessuna di queste tre situazioni ha, in pratica, oggettività, poiché è l'arbitro che stabilisce dove sia il punto di battuta (che non è praticamente mai sul punto del fallo, perché per quanto di millimetri o centimetri, non sarà "mai" dove è stato commesso il fallo) e le misure susseguenti derivano da questa. Diciamo che gli arbitri, come è opportuno che sia, utilizzano una tolleranza, stabilendo un "intorno" per il punto di battuta, una distanza approssimativa di 9,15 metri per la barriera (solitamente arrotondata per eccesso) e una distanza che talvolta stabiliscono anche con lo spray, per i calciatori attaccanti (inevitabilmente anch’essa approssimata anche perché stabilita a terra e non come reale distanza dei corpi)..
Quindi, al momento del fischio per quanto il pallone sia "spostato" sulla destra rispetto al segno con lo spray, per quanto la barriera abbia i piedi sulla linea fatta con lo spray, per quanto gli attaccanti paiano a poco meno di un metro dalla barriera, la situazione è ragionevolmente nei limiti della consueta tolleranza.

Il problema avviene tra il fischio e la battuta.
Al momento del fischio Saelemaekers si sposta e si avvicina evidentemente ed irregolarmente alla barriera e il suo avvicinamento è inequivocabilmente oltre la tolleranza che si applica in questi casi, perché arriva quasi a contatto con i calciatori in barriera. Questo è esattamente ciò che si vuole evitare con l'introduzione della regola della distanza dalla barriera, perché tale comportamento può creare tensioni, contatti irregolari, ecc.
Al momento della battuta, probabilmente in modo istintivo, i calciatori della barriera si spostano di qualche centimetro in avanti, in particolare quello più vicino all'attaccante in posizione irregolare, per saltare, magari per una questione istintiva dato che trova una sorta di "ostacolo" che non dovrebbe esserci e tende ad appoggiarvisi. Effettivamente al momento della battuta almeno tale calciatore è più vicino al pallone della linea fatta con lo spray (ma non sappiamo se sia più vicino di 9.15 al pallone...).

VAR non può intervenire sia perché non ha gli strumenti per farlo (la Cross-Air funziona solo con linee parallele alla linea di porta), ma soprattutto perché è una ripresa di gioco su cui non ha giurisdizione, infatti il protocollo VAR dice:

"Le Regole del Gioco non consentono che le decisioni relative alle riprese di gioco (calci d’angolo, rimesse dalla linea laterale, ecc.) possano essere cambiate una volta che il gioco è ripreso, pertanto non potranno essere oggetto di revisione".
E quella è una ripresa di gioco irregolare.

Alcune osservazioni di contorno: probabilmente un paio di linee in più con lo spray avrebbero aiutato l'arbitro nella più corretta gestione dell'accaduto, delimitando la zona nei pressi della barriera ed aiutandolo nel giudizio.
Ricordo che si contano solo i tre sulla sinistra come "barriera" da cui gli attaccanti devono stare distanti almeno un metro, pena un calcio di punizione indiretto per la squadra difendente sul punto dell'infrazione, e questa situazione si deve valutare al momento del fischio dell’arbitro.
Sono situazioni particolari che necessitano di prontezza da parte dell’arbitro, il quale, per evitare eventuali problemi di gestione nel prosieguo, deve essere pronto a fischiare nell’immediatezza facendo chiaramente capire quale sia l’infrazione che ha portato all’interruzione del gioco. Naturalmente il gioco si intende fermo dal momento della battuta, anche se il fischio che sancisce l’infrazione, avviene più tardi.

Per quanto riguarda il pallone non posizionato dove l’arbitro aveva segnato il punto di battuta, per quanto la gravità sia inferiore, rappresenta comunque una rilevazione da fare all’ufficiale di gara.
I centimetri di avanzamento della barriera invece paiono un problema di infimo conto, una cosa è rilevare un errore evidente ed evidentemente oltre la normale tolleranza, una cosa è fare moviola sui centimetri, in questi casi.

La rilevazione dell’infrazione di avvicinamento alla barriera, pur essendo nel regolamento dal 2019 non pare pienamente ancora nelle corde degli arbitri. Forse, per mia percezione, ciò deriva dallo spirito con cui è stata scritta, che porta ad evitare contatti fallosi, problemi di tensioni tra calciatori, e, in mancanza di ciò, induce gli arbitri a tollerare troppo la vicinanza in caso non stia succedendo nulla “di particolare”. A mio parere, essendoci una questione di distanza, che è meno soggettiva di una questione comportamentale, dovrebbe essere più semplice essere ligi sul metro, e applicarlo con costanza.


28/08/2021 ATALANTA BOLOGNA 71' minuto

I fatti:
cross dalla destra in area di rigore del Bologna, il pallone colpisce la coscia di José Luis Palomino, attaccante dell’Atalanta, che ne sta tentando il controllo, su di lui si avventa Lorenzo De Silvestri, difensore del Bologna, che tocca il pallone con la mano, il pallone poi schizza molto veloce e carambola sulla mano dell’attaccante che perde il momento e l’azione sfuma. L’arbitro, in controllo, non interviene, il VAR non lo richiama alla on field review.

L’analisi:
si tratta di una azione molto veloce, siamo in pieno ambito discrezionale e il fallo di mano resta, nonostante il tentativo di razionalizzarne l’analisi, probabilmente il punto del regolamento più difficile da gestire da parte di un arbitro. Lo stesso Gianluca Rocchi, nelle sue riunioni tecniche, non dimentica mai di sottolinearlo.
C’è però una questione interessante legata al movimento del difendente. Guardando l’azione dal video, tale situazione è decisamente più evidente, quindi ritengo che fosse una questione da VAR, più che una questione da arbitro centrale che, in queste occasioni, è sempre limitato dalla dinamica e dalle numerose zone grigie di valutazione che tali casistiche si portano appresso.
Se si osserva il movimento delle braccia del difendente, il braccio destro, che è rivolto verso terra in un movimento compatibile col movimento del resto del corpo, ha una angolazione molto diversa rispetto al sinistro. Infatti, il sinistro è parallelo a terra, rigido e portato, a mio parere volontariamente, dal calciatore per trattenere o comunque contenere l’avversario. In pratica il difensore, intuendo che con il controllo dell'attaccante egli lo possa superare, allarga il braccio per rallentarlo. Tale situazione lo porta a colpire il pallone che si trova a mezz’aria. A mio avviso con quel gesto volontario il difensore inequivocabilmente si assume il rischio di un contatto col pallone. Contatto che avviene e a mio avviso è punibile.

Difficile, molto difficile da rilevare a velocità normale dal punto di vista dell’arbitro, meno dal punto di vista del VAR.
Abbastanza per poter intervenire? A mio avviso sì, e qualcosa nella dinamica e nello spirito della punibilità del fallo di mano mi fa pensare che il designatore potrebbe facilmente essere d’accordo.


29/08/2021 GENOA NAPOLI - 55' minuto

I fatti:
lancio in profondità del Genoa in area di rigore avversaria, pallone che spiove, Alex Meret salta per prendere il pallone. Al momento della presa, il genoano Aleksander Buksa, che ha fatto un salto verso il portiere, lo colpisce impedendogli la presa e facendolo cadere rovinosamente a terra. Sul pallone si avventa Goran Pandev, attaccante del Genoa, che segna. L’arbitro convalida, ma VAR lo invita alla on field review. Dopo l’analisi delle immagini l’arbitro annulla la rete e punisce l’intervento di Buksa con un calcio di punizione diretto.

L’analisi:
l’attaccante salta senza alcuna possibilità di arrivare al pallone, la componente di spostamento laterale è importante ed è in direzione del portiere. Da una inquadratura da dietro la linea di porta si nota come l’attaccante guardi il portiere, disinteressandosi del pallone una volta capito che non può raggiungerlo e salti addosso al portiere stesso. Anche il portiere ha una traiettoria in qualche modo verso l’attaccante ma il suo movimento (ginocchio alzato compreso) è pienamente compatibile con il salto per agguantare il pallone e non configura una azione negligente. Diverso è l’atteggiamento dell'attaccante che pare volontariamente andare a colpire l’avversario con fare quantomeno negligente.
La scelta finale quindi pare corretta, ma la questione fondamentale è: poteva il VAR intervenire?
Si tratta di un contatto in pieno controllo dell’arbitro, che ha visto la dinamica dal suo punto di vista e ha deciso di non sanzionare il contatto. VAR probabilmente ha un elemento in più: vede, dal suo punto di vista, l’attaccante guardare il portiere prima di finirvi addosso. Basta questo per considerare il non intervento dell’arbitro dovuto ad un chiaro episodio non visto? Si tratta di un chiaro ed evidente errore?
Per quanto la scelta finale a mio avviso sia corretta, difficile è sostenere la possibilità di intervento del VAR secondo quanto visto nelle prime gare di questo campionato.
Si tratta di una maggiore possibilità di intervento dovuta ad una interpretazione meno restrittiva del protocollo? Probabilmente lo sapremo nelle prossime giornate, quando gli arbitri si adatteranno meglio alle direttive del nuovo designatore.

Come abbiamo visto in questi tre casi, la questione VAR, per quanto nel complesso molto positiva, può trovare ulteriori miglioramenti, sia come formulazione del protocollo, che come applicazione dello stesso. Si tratta di uno strumento in possesso degli arbitri molto valido e ancora relativamente giovane, ma i suoi effetti positivi sono indubbi. Attendiamo ancora per poterne ricavare il massimo che, come sempre diciamo, non è azzerare gli errori, ma diminuire quelli importanti con il minimo impatto sulla gara, e da quest’ottica, che è quella che guida l’IFAB da sempre, siamo già ad un punto più che buono.



Massimo Dotto

Informatico e Osservatore Arbitrale di calcio a 11 a livelli nazionali fino al 2014, per passione da molti anni si dedica al difficile compito di diffondere la conoscenza sul Regolamento del Calcio, in particolare su Facebook. Il Gruppo di cui è co-admin riunisce migliaia di appassionati fornendo materiale unico ed utile per l'analisi delle più disparate casistiche arbitrali ed il mondo dell'arbitraggio.

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